Malta, Europa in direzione sud

MALTA 1. La rosa dei venti ha un senso se la poniamo al centro del Mediterraneo, esattamente – secondo alcuni – sopra l’isola di Malta. In questo modo lo scirocco soffia da sud-est, dalla Siria, il libeccio da sud-ovest, ovvero dalla Libia e il maestrale da nord-ovest nella direzione della nostra via Maestra, la via Magistra Romae che portava a Roma.

La sensazione che si prova qui è quella di essere in più luoghi contemporaneamente. Malta ha una storia condivisa con gran parte dell’Italia, ha avuto le stesse dominazioni della Sicilia – tranne i greci – ma ha una lingua di origine semitica portata dai Fenici e i suoni sono quelli dell’arabo e dell’italiano mescolati insieme in un linguaggio pieno di inflessioni. Eppure tutti, anche gli anziani, possono comunicare in inglese. E nella nostra lingua. E se la lingua è alla radice dell’identità di un popolo, i maltesi – neanche mezzo milione di abitanti – sono un bell’esempio di come si debba essere orgogliosi delle proprie radici culturali che raccontano la nostra storia.

2. LE GRANDI MADRI NELLA CULLA DELLA CIVILTA’ NEOLITICA

A Malta si era insiediata un’antica civiltà che per ben tre millenni, a partire dal 5200 a.C. circa, ha costruito luoghi di culto. I templi presenti a Malta e a Gozo sono i più antichi edifici autoportanti costruiti dall’uomo. Si tratta di strutture megalitiche con pietre di peso superiore alle 20 tonnellate, come quelle usate per costruire il tempio di Hagar Qim, su una scogliera a sud ovest dell’isola. Purtroppo è stato l’unico sito archeologico che siamo riuscite a visitare, ma alcune di noi si ripromettono di tornare proprio per poter visitare tutti i siti neolitici (tra i quali l’Hypogeum, tempio sotterraneo con un’incredibile struttura).

A questo proposito si veda il numero della rivista Archeo dedicato proprio ai monumenti megalitici dell’arcipelago maltese, patrimonio dell’UNESCO.

Di fronte alle Veneri neolitiche, Grandi Madri di un pianeta che fu, rappresentazioni dell’abbondanza della Natura, non si può che restare in ammirato silenzio. Le domande senza risposta si susseguono, ma si intravede il bagliore di una civiltà rispettosa del femminile, della Terra e della natura che noi europei di oggi vorremmo riscoprire.

3. COME ARRIVARONO A MALTA I CAVALIERI ? Durante l’età antica Malta è stata abitata dai Fenici e poi dai Romani. A partire dal medioevo la sua storia coincide in gran parte con la storia del sud Italia e della Sicilia in particolare: si sono succeduti gli Arabi, i Normanni, gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi. Ma nel 1530 la storia di Malta si discosta da quella della Sicilia, di cui Malta veniva considerata un’appendice. In quell’anno Carlo V, re di Spagna e imperatore del sacro Romano Impero Germanico, decide di donare Malta ai Cavalieri di San Giovanni Opedaliero, ordine formatosi durante le Crociate a Gerusalemme. Dopo la riconquista da parte del Saladino, i Cavalieri di San Giovanni si erano trasferiti prima a Cipro, poi a Rodi nel 1309. Nel 1322 Solimano il Magnifico riesce a conquistare Rodi. I Cavalieri si battono con coraggio e viene loro concessa la vita e la libertà, ma devono trovarsi un nuovo regno. E’ il periodo in cui una parte importante dell’economia e della storia d’Europa si sposta sull’Atlantico e il Mediterraneo è conteso tra i turchi e le potenze cattoliche. Per Carlo V i cavalieri sono preziosi nella lotta contro l’Impero Ottomano. Malta viene di fatto regalata in cambio di un falcone che i cavalieri dovevano inviare ogni anno all’imperatore per rinnovare il patto. L’ordine riuniva uomini provenienti da tutta Europa, orgnaizzati secondo le lingue parlate (e nella Concattedrale de La Valletta troviamo le cappelle laterali dedicate alle lingue). Le Lingue erano inizialmente sette: Provenza, Alvernia, Francia, Italia, Aragona, Inghilterra (con Scozia e Irlanda) e Alemagna. Nel 1462 si aggiunge l’ottava Lingua, quella di Castiglia. Ogni Lingua aveva un proprio capo e disponeva di un “auberge” o albergo: un edificio comune che serviva da residenza, per le riunioni e per i pasti. Le 8 punte della croce di Malta vengono ricondotte alle otto beatitudini ma pure alle otto lingue principali.

L’ordine riuniva uomini provenienti da tutta Europa, orgnaizzati secondo le lingue parlate (e nella Concattedrale de La Valletta troviamo le cappelle laterali dedicate alle lingue). Le Lingue erano inizialmente sette: Provenza, Alvernia, Francia, Italia, Aragona, Inghilterra (con Scozia e Irlanda) e Alemagna. Nel 1462 si aggiunge l’ottava Lingua, quella di Castiglia. Ogni Lingua aveva un proprio capo e disponeva di un “auberge” o albergo: un edificio comune che serviva da residenza, per le riunioni e per i pasti. Le 8 punte della croce di Malta vengono ricondotte alle otto beatitudini ma pure alle otto lingue principali.

I cavalieri rimangono a Malta fino al 1798, quando Napoleone, di ritorno dall’Egitto,
si insedia sull’isola per pochi giorni e, come era solito fare,
rivoluziona tutto ponendo fine così all’Ordine.

Il grande assedio del 1565 e la costruzione de La Valletta

I Cavalieri ospitalieri, ormai denominati Cavalieri di Malta, erano degli esperti navigatori che combattevano con maestria contro i pirati barbareschi che infestavano il Mediterraneo e gli Ottomani decisero pertanto di attaccare l’isola. L’assedio durò quattro mesi e da entrambe le parti ci furono ingenti perdite: i cavalieri erano ridotti a circa 600 dai 9000 iniziali e gli Ottomani, quando si ritirarono perché stavano arrivando i soccorsi dalla Sicilia, avevano perso circa 30000 uomini. Dopo l’assedio venne costruita La Valletta, chiamata così in memoria del Gran Maestro Jean de la Valette che aveva organizzato la difesa. Qui venne costruito anche il più grande e moderno ospedale d’Europa dove venivano curati nelle stesse stanze, senza nessuna distinzione, cristiani, musulmani ed ebrei.

4. CARAVAGGIO A MALTA Il più celebre tra i cavalieri di Malta fu Michelangelo Merisi da Caravaggio. Trovò rifugio a Malta dopo che era fuggito da Roma perché condannato alla decapitazione per aver ucciso un uomo. I cavalieri lo accolsero nel loro ordine e nella Concattedrale de La Valletta troviamo due dei suoi capolavori: San Girolamo e La Decollazione di San Giovanni Battista uno dei quali è il suo dipinto più grande e l’unico che porta la sua firma, rossa come il sangue di San Giovanni che è stato appena decapitato. Il pittore venne nominato cavaliere nel 1608, poco prima di portare a termine questo suo capolavoro, ma dopo pochi mesi fu di nuovo imprigionato a causa di una rissa. Evase dal carcere di Sant’Angelo e riuscì a fuggire dall’isola rifugiandosi in Sicilia nell’ottobre di quell’anno e venne espulso dall’ordine dei cavalieri “come menbro fetido e putrido” due mesi dopo. Morirà due anni dopo a Porto Ercole mentre, ancora in fuga, spera di poter rientrare a Roma dopo aver ottenuto la grazia papale.

5. E GLI INGLESI? COSA C’ENTRANO CON MALTA? La colpa è tutta di Napoleone: dopo il suo arrivo sull’isola iniziò la dominazione francese, ma i maltesi chiesero aiuto agli inglesi che, dopo aver cacciato li occupatori, vennero invitati a rimanere anche per evitare il ritorno dei Cavalieri di Malta. Con il congresso di Vienna venne ratificato il dominio dell’Inghilterra sull’arcipelago maltese e, se in un primo momento gli inglesi non sembrarono inizialmente molto interessati all’isola in mezzo al Mediterraneo, dopo l’apertura del Canale di Suez, ne capirono l’importanza geopolitica.

6. IL LUOGO PIU’ BOMBARDATO DEL PIANETA. La posizione strategica di un luogo, si sa, non rende la vita tranquilla. Prima ci siamo stupite dal sapere che proprio Malta è stato il posto più bombardato durante la II guerra mondiale, ma ancora di più siamo rimaste sorprese dal sapere che a bombardarla sono stati gli italiani. Mussolini, immediatamente dopo la dichiarazione di guerra, ordina di far bombardare Malta, fondamentale portaerei naturale in mezzo al Mediterraneo e indispensabile punto di rifornimento per la guerra d’Africa. Dall’11 giugno 1940 al 20 luglio 1943 Malta subì la più lunga serie di bombardamenti che si ricordi con ben 3340 incursioni aeree. Per fortuna nostra lo stato fascista fallì anche in questo e la Royal Air Force, inizialmente provvista di soli tre biplani denominati “Faith” “Hope” and “Charity” riuscì a resistere non solo agli attacchi italiani, ma pure a quelli tedeschi che dal gennaio 1941 quando la Germania, come al solito, venne chiamata in soccorso dagli italiani. Gli abitanti furono costretti a vivere in rifugi scavati nella pietra calcarea (da visitare anche il National War Museum a Forte Sant’Elmo).

7. ED ORA? Ci auguriamo che Malta riesca a trasformare il tipo di turismo attuale in uno più consapevole ed attento. Nella settimana trascorsa a Malta siamo rimaste impressionate dalle costruzioni che continuano a sorgere sull’isola e sembrano soffocarla, tanto che, insieme alle compagne di corso, abbiamo deciso di scrivere una lettera di protesta ad uno dei quotidiani maltesi, The Times of Malta. Ad oggi non sappiamo se la nostra lettera sia stata pubblicata, ma ci auspichiamo che sempre più maltesi e turisti cerchino di mobilitarsi affinché questo patrimonio culturale e naturalistico non venga distrutto dalle onnipresenti gru (construction cranes).

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